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Prevenire è meglio (che curare) Mi piace (853)
In un’Italia ad alto e conclamato tasso di invecchiamento, troppo poco si sta facendo in modo sistematico e si va verso lo stato di emergenza. Il necessario cambiamento parte da un nuovo approccio culturale al problema “vecchiaia”
Valutare i bisogni e le capacità di una persona anziana è un processo che si intensifica inevitabilmente con l’avanzare dell’età. In Italia, il numero degli anziani che abitano da soli nelle case di proprietà sta vertiginosamente aumentando. Il bello è che lo sanno tutti, ma si continua a non affrontarlo sistematicamente, abbandonandosi a decisioni prese in emergenza, e quindi quasi mai soddisfacenti. Ben più corretto (ancorché ormai prevedibile) sarebbe impostare un vero e proprio processo culturale di “prevenzione” a queste problematiche del tutto prevedibili. La cultura anglosassone, molto più aperta in tal senso, ha molto da insegnarci, soprattutto nell’atteggiamento preventivo dei senior per esempio statunitensi, (non avvezzi ad un servizio sanitario pubblico) che sono abituati da sempre a decidere in età “non sospetta” di quali cure e di quale ambiente abitativo potranno aver bisogno in futuro. In questa maniera, le esigenze di maggiore qualità si esprimono con più determinazione e chiarezza, generando di conseguenza un “mercato” che offre soluzioni molto diversificate, complete e particolareggiate, in uno spirito aperto e competitivo da noi pressoché ancora sconosciuto.
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